Venerdì 27 febbraio 2015, Mosca: Boris Nemtsov, leader liberale dell’opposizione russa è stato freddato nei pressi del Cremlino. Le vicende politiche di quello che negli anni Novanta veniva indicato come “delfino” di Boris Ieltsin sono irrilevanti: oggi di lui resta l’immagine di un sacco nero steso sull’asfalto.
Con certezza, a poche ore dall’attentato, sappiamo che si tratta dell’ennesimo oppositore politico di Vladimir Putin che esce dal confronto dialettico… stecchito, ma questa non è un’accusa è solo una constatazione.

Era il 7 ottobre* del 2006 quando la giornalista Anna Politkovskaja venne liquidata nell’androne di casa sua. Liquidata anche l’inchiesta (sia quella sul suo omicidio sia quella giornalistica a cui stava lavorando). Sembra semplicemente che per il contraddittorio in Russia non ci sia molto spazio, se non quello dei trafiletti di nera.

Ma perché tante persone ritengono di essere minacciate da Vladimir Putin? E perché una loro cospicua rappresentanza finisce nelle cronache criminali? Non c’è solo l’obitorio, ci sono anche manette, interdizione a vita, fughe rocambolesche ecc. Di certo ogni facile correlazione di causalità ci farebbe cadere in un errore lampante: “sei nemico di Putin, ti finirà male”.

Come fare a non incappare in questo errore disastroso? Basta non essere prevenuti, rifiutare sterili posizioni ideologiche, non dipendere dalla Gazprom, evitare di essere omosessuali, non andare in giro nudi nelle chiese di rito ortodosso, e se proprio non vi riesce, avere il buon gusto di farsi scoppiare un aneurisma “spontaneamente”.

* Il 7 ottobre è il giorno del compleanno di Vladimir Putin: auguri!


2015_news_quantiCHRISTI | elaborazione dal Cristo velato di Giuseppe Sammartino agli impacchettamenti di Christo

[libera elaborazione grafica: dal “Cristo velato” di Giuseppe Sammartino agli impacchettamenti di Christo]


UNA NOTIZIA

“Quando Nemtsov disse, temo Putin m’uccida”
«ansa.it» (28/02/2015)
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