Intanto il TMO viene SIGILLATO (e poi rioccupato)

 

È dei primi giorni di luglio la notizia che il TMO (Teatro Mediterraneo Occupato / presso il padiglione 5 dell’ex-Fiera del Mediterraneo di Palermo) è stato sgombrato… e poi immediatamente rioccupato… e poi si vedrà (com’è sempre per le cose palermitane) [cfr. «MeridioneNews» | http://palermo.meridionews.it/articolo/35172/tmo-rioccupato/].

Cosa ne sarà di questa vicenda dipende molto da come la città vorrà porsi la questione: partecipare della cosa pubblica attivamente prendendo posizione, cercando mediazioni, pretendendo soluzioni e risposte o lasciando che se la sbrighino occupanti e forze dell’ordine: “la cosa pubblica, anche quando tratta di beni comuni, non è cosa nostra” [cfr. «GdS.it» | http://palermo.gds.it/2015/07/04/fiera-del-mediterraneo-dopo-lo-sgombero-di-2-giorni-fa-rioccupato-il-teatro_378435/].

In attesa del responso (non è la prima volta che si minacciano ed effettuano sgombri), mi preme di più capire qualcosa del metodo con cui la città intenda fare cultura.
Il TMO è una piccola realtà in autogestione che in meno di due anni ha avuto il tempo di formare comunità, di produrre spettacoli teatrali e ospitare corsi e laboratori, rivolgendosi in particolar modo agli studenti universitari, occupando “spazi culturali” che erano disattesi da lungo tempo. Non mi riferisco tanto ai padiglioni fatiscenti della vecchia Fiera del Mediterraneo (ma ha riaperto sul serio? è di nuovo chiusa?), piuttosto allo “spazio” per la cultura che a Palermo sembra avere perso centralità nelle politiche dell’amministrazione pubblica.
Una disattenzione che risulta ancora più ingiustificabile data la retorica adottata, in modo più o meno convincente, dalle amministrazioni Orlando di tutte le epoche: e se l’elenco delle benemerenze è lunghissimo e indiscutibile (con le debite eccezioni), poco cambia. La “Primavera” è nella memoria di tutti ma questa nuova stagione, con tutta la buona volontà possibile, non convince affatto. Eppure s’è aperta all’insegna della “cultura”, con la speranzosa (e un po’ illusoria) candidatura di Palermo come Capitale europea della cultura per il 2019 [cfr. http://www.palermo2019.it/].

La cosa andò in fumo [cfr. «Palermo.Repubblica.it» | http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/01/10/news/progetto_poco_credibile_cos_l_ue_bocci_palermo_capitale-75534753/], lasciando la città, più che sgomenta, sollevata dal rischio di doversi davvero sobbarcare tanto onere. Mi chiedo se si trattasse di sogno grandioso o di abile manovra diversiva per nascondere una sostanziale mancanza di idee (che di fondi non ce ne fossero l’avevamo capito, anche se poi non è mancata la solita pioggerella di piccole somme, finita in rigagnoli… e  sempre in ossequio delle consolidate logiche emergenziali e una tantum).


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[QUI PASSA IL TRAM | rospe (Milano 2013)]


Ci sarebbe di che essere depressi, ma la città non s’è fermata: anzi, oggi più che mai, è un fermento di cantieri (sventramenti di carreggiate, abbattimento di alberelli, sfosso di trincee ed erezione di recinzioni). Archiviata la batosta capitale la città sembra aver investito tutto (con il sempre valido ricorso alla retorica “culturale” di cui sopra) puntando sul prossimo avvento del Tram. Le rotaie sono la grande scommessa (o un’altro diversivo?). In vista di una nuova “patente europea” (sì, perché una città senza tram…) si deve pur sacrificare qualcosa. Il ragionamento fila, se sei un giocatore patologico. Quindi i cantieri aperti valgono più dei teatri da chiudere, e in attesa del verdetto (il tram sarà l’ennesimo buco nell’acqua?) facendo il verso a Karl Kraus mi viene da dire che attualmente «le strade di Palermo non sono lastricate di cultura».

Vorrei tanto augurare al tram di cambiare la città, ma basta guardare alla sorte della cosiddetta “Metropolitana” (realizzata tanto tempo fa per i Mondiali di calcio e mai realmente servita a modificare le abitudini cannibali degli automobilisti cittadini), a quello che è stato detto e promesso, per cadere nello sconforto strategico del giocatore “suo malgrado”: quindi mi tocca puntare contro. Azzardo anche che il sentimento comune dei cittadini non sarà dei più tolleranti (soprattutto quando si renderanno conto che, dopo i cantieri, l’assetto viario resterà esattamente quello attuale, essendo le rotaie difese da una ingombrantissima balaustra metallica). Dove ci porterà questo tram… perché a dire il vero non è poi tanto chiaro: forse non tutte le strade (ferrate) portano da qualche parte, ma alcune sembrerebbero proprio destinate a condurci al collasso.


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[QUESTO È UN TRAM | rospe (Milano 2013) | Mario Sironi in collaborazione con Rosario Tedesco]


Tornando alla storia del TMO (sigillato e sotto sgombro) mi domando se questa sia “una strada che spunta”, e dove voglia andare la città di Palermo, se le chiacchiere sulla cultura come Bene Comune siano state dimenticate o siano state adoperate in tempo pre- e postelettorale come semplice stratagemma comunicativo (diversivo). Perché mentre sul fronte cultura l’ultimo acquisto dell’ufficio marketing comunale (l’assessore delle belle speranze, con patentino europeo e curriculum da sbattere in faccia ai concittadini [cfr. «Palermo.Repubblica.it» | http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/09/12/news/andrea_cusumano_nuovo_assessore_alla_cultura_del_comune-95613150/]) latita in attesa di prendere il largo [ipotesi mia], la città incancrenisce.

Non è un caso che il patrimonio culturale e artistico di Palermo (l’ultima medaglietta internazionale, quella Unesco, è risibile [cfr. «Corriere del Mezzogiorno» | http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/arte_e_cultura/cards/itinerario-arabo-normanno-patrimonio-unesco/palazzo-reale-cappella-palatina2.shtml]) venga raffigurato secondo un’idea cristallizzata e vecchia, fatta di “luoghi comuni”, e non sia valorizzato (e fatto fruttare) con l’apertura di “spazi nuovi”, pensati per ripensare la “città”, magari trasformando la retorica in pratiche banalmente comuni.

Però il TMO è uno spazio abusivo. È uno spazio “occupato”, quindi è esistito (e vorrebbe continuare ad esistere) in barba ai regolamenti, alle norme ecc. E questo è inoppugnabile, banalmente ideologizzato (e incoerente) sarebbe difendere il “diritto” ad attività clandestine facendo ricorso al concetto legale del “diritto” stesso. Però è uno “spazio” che ci può permettere di riflettere, ancora una volta, su cosa sia una città, su come vada amministrata e su come possa (a volte) debba essere vissuta e “occupata” dai cittadini (che non sono sudditi). Questo punto resterà controverso ed è naturale che lo sia a maggior ragione in una città come questa (in cui spesso proprio le strutture pubbliche presentano una assortita gamma di violazioni delle norme sull’agibilità e del buonsenso).

Chiudo tornando al Tram… ovvero al brillante slogan con cui ci fu presentato qualche tempo fa:

«NON CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO».

Io mi sento di rispondere oggi come ieri:

«GRAZIE… [omissis]».

 


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[TMO: graffiti nel foyer]


#RASSEGNA | Per farsi un’idea

#1 | TMO: il dissenso di Collovà in una lettera per Orlando
lettera aperta di Claudio Collovà | «Balarm.it», 3 luglio 2015
http://www.balarm.it/articoli/tmo–il-dissenso-di-collova-in-una-lettera-per-orlando.asp
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#2 | Palermo: il sindaco Orlando sgombera il Teatro Mediterraneo Occupato
«InfoAut», 2 luglio 2015
http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/14977-palermo-il-sindaco-orlando-sgombera-il-teatro-mediterraneo-occupato
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#3 | Teatro Mediterraneo occupato. Nuovo incontro dopo lo sgombero
«BlogSicilia», 7 luglio 2015
http://palermo.blogsicilia.it/teatro-mediterraneo-occupato-nuovo-incontro-dopo-lo-sgombero/302368/
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#4 | “Non ci scusiamo per il disagio”. Ecco la campagna per il tram
Roberto Immesi | «LiveSicilia.it», 11 luglio 2014
http://livesicilia.it/2014/07/11/non-ci-scusiamo-per-il-disagio-ecco-la-campagna-per-il-tram_515131/