AUTOBIOGRAFIA DI UN UOMO SENZA PATRIA
Kurt Vonnegut jr

«Sono diventato un cosiddetto scrittore di fantascienza quando qualcuno ha stabilito che ero uno scrittore di fantascienza. Non ci tenevo affatto a essere etichettato in quel modo, e mi chiedevo cosa avevo fatto di male per non vedermi riconosciuto come uno scrittore serio». (K.V.)

L’Almanacco di «che_fare», per gentile concessione dell’editore Minimum Fax, ci ha fatto un regalo di natale davvero speciale: ripubblicare il 25 dicembre 2016 una bellissima paginetta autobiografica tratta da “Un uomo senza patria” di Kurt Vonnegut (edito nel 2006 e tradotto da Martina Testa).
Colgo l’occasione per un breve deragliamento sul concetto di scrittura “seria” e di etichette in letteratura.

La vita di Vonnegut (1922-2007) ha almeno un paio di punti di contatto con quella di Primo Levi (1919-1987): entrambi sono stati celebrati come scrittori e, loro malgrado, sono stati a lungo etichettati, uno come scrittore di fantascienza e l’altro come testimone della Shoah. Entrambi erano dei chimici, anche se uno per vocazione e l’altro un po’ per caso (o necessità). Entrambi sono stati prigionieri di guerra, all’incirca nello stesso periodo (tra il 1944 e il 1945), solo che uno era un militare sopravvissuto a una delle più immani e ingiustificate atrocità della guerra (il bombardamento di Dresda) e l’altro un sopravvissuto a una delle più atroci pagine della storia dell’umanità (i campi di sterminio nazisti).
Da sopravvissuti si sono ritrovati nella scrittura, non so affatto se abbiano mai avuto modo di confrontarsi, di specchiare la loro visione del mondo, le loro scelte etiche ed estetiche, ma di sicuro entrambi sono stati a lungo perseguitati (e osannati) da un’orda di critici letterari e impresari culturali che li volevano saldamente legati al loro segmento di mercato, allo scaffale di competenza. Da “etichettati”, Vonnegut come scrittore “non serio” e Levi come “serio”, entrambi hanno avuto anche un altro punto in comune: la fantascienza, un modo, forse comune, per dire sulla guerra, sugli orrori della storia e sul futuro dell’umanità (non solo nel suo complesso, ma anche e soprattutto nella sua singolarità), quello che i libri “seri” non possono dire.


#suggestioni

Kurt Vonnegut jr / Un uomo senza patria
Minimum Fax, 2006
trad. it. Martina Testa

» LEGGI l’estratto | www.che-fare.com/autobiografia-uomo-senza-patria/

» il LIBRO | www.minimumfax.com/shop/product/un-uomo-senza-patria-1751
» LEGGI anche | I disegni di Kurt Vonnegut, «Fumettologica», 23 aprile 2014 | www.fumettologica.it/2014/04/kurt-vonnegut-drawings-disegni/


 

* illustrazione di Kurt Vonnegut jr tratta dal volume Kurt Vonnegut Drawings, di Nanette Vonnegut (The Monacelli Press, New York 2014)