Tempo fa arcistufi di vederci sconfitti in partenza nella ressa/bolgia delle promozioni di fine anno abbiamo lanciato uno slogan (che se non fortunato è stato in qualche modo gratificante): abbandoniamo il natale. Così ci siamo decisi ad infischiarcene delle tipiche scadenze editoriali e abbiamo dirottato le pubblicazioni a febbraio, quando la lenta digestione di panettoni e insaccati assortiti è giunta alla sua naturale conclusione e si può riprendere a parlare di libri (ma questa più che un’analisi scientifica è solo la nostra speranza un po’ snobistica). In modo coerente anche quest’anno abbiamo deciso di rinunciare a qualcosa, ed è toccato al cenone di capodanno. Al suo posto ci siamo concessi un più austero tè tra amici. Un’occasione per tirare le somme e vedere che cosa hanno capito del nostro lavoro persone che volontariamente o incolpevolmente sono state costrette a fare un tratto di strada con noi.
Si inizia dalla fine e si inizia quasi sempre con i buoni propositi. Tazze rigorosamente diverse l’una dall’altra, bustine di tutti i colori che ognuno fingerà di aver scelto in base a preferenze maturate nel tempo (ma chi ha più tempo per prendere il tè?), biscotti e cassatelle, un brandy scadente che ha il compito di nascondere le pecche di un impianto di riscaldamento inadeguato e libri. Libri che incombono sui nostri ospiti e che prima o poi finiranno con il seppellire anche noi. Primo proposito per il 2008: fare un po’ d’ordine. A seguire, dare una sistemata anche alla nostra rete di distribuzione, che come per tutti i piccoli, nuovi o coraggiosi editori (ultimamente ci definiscono anche “minuscoli”, ma con simpatia), vuol dire “esistere”. Sì, questa è la prima conferma che cercavamo quando abbiamo messo sul fuoco il bollitore: esistiamo? Sì, sembra di sì. E così possiamo leggere insieme ai nostri ospiti ben due “prestigiosissimi” articoli di fine anno in cui si parla di noi, anzi e meglio, dei libri di :duepunti. Esistiamo. Questo che si apre è l’anno de l’Istante propizio, 1855 di Patrik Ourednik (non è pubblicità), un romanzo che abbiamo pubblicato come naturale conseguenza di tutto il lavoro (molto giocato su un’attenta scelta di vini) iniziato dal 2005 intorno all’isola/continente Ourednik. Il libro è bello, e lo sarebbe anche senza di noi ovviamente, ma è e resta un nostro vanto avere creduto che sarebbe stato bene in mezzo agli altri nostri libri. Per virtù ignote se n’è convinto anche l’autore.
Lontani dalle consacrazioni i nostri problemi restano quelli della sussistenza, dell’esistenza minima e quotidiana, ma non si pianga miseria proprio l’ultimo dell’anno (il tè viene servito alle 17 e un po’piùdiqualcosa, del 31 dicembre 2007, presso :duepunti “casa” editrice). Dicono che porti male lagnarsi. E noi siamo già abbastanza preoccupati dall’euforia che ci ha messo addosso il nostro recente soggiorno romano, dove abbiamo partecipato per la prima volta come espositori alla fiera del libro Più libri più liberi. Dallo sfigatissimo stand T40 (anche detto “le porte dell’inferno”, data la sua contiguità con l’ingresso dell’area “ragazzi”), abbiamo ricevuto centinaia di persone che si sono congratulate, che ci hanno fatto gli occhi dolci, che ci hanno radiografato, che ci hanno apprezzato e fatto a pezzi. I risultati sono stati entusiasmanti. Sembra che esistiamo anche per tutti loro. E poi abbiamo incontrato altri editori, alcuni librai, scrittori, parenti (la mia cugina ritrovata, Enrica di Minimun fax), tipografi, giornalisti, bibliotecari, attori, amici, nemici, conterranei (che quando l’incontri fuori dai confini regionali… chissà perché si commuovono sempre) e ragazzini… sì, i malefici ragazzini che da sempre perseguitano :duepunti (ma di questo parlerò, prima o poi).
Il 2007 è stato anche l’anno in cui l’odiosa onta è stata lavata (per inciso, :duepunti batte via rughettari a ping-pong, nel motivato disinteresse universale). Uno dei propositi per il 2008 dovrebbe essere quello di voler apparire più seri al resto del mondo, ma confidando nell’assoluta mancanza di frequentatori di questo controblog e nell’apparente rispettabilità del programma editoriale di :duepunti, credo che ancora una volta il 2008 sarà l’anno del ping-pong sociale. Il mio score – consultabile sforacchiando il sistema di protezione informatica della nostra rete interna – potrebbe giustificare la mia posizione “rinunciabilista” a questa attività, che è comunque una più che qualificante dimensione creativa di :duepunti. A proposito, visto che siamo in fase di valutazioni finali, la “bestia nera” di :duepunti per il 2007 è Gabriele Aj, gran mattatore di alc.
Ritornando al nostro tè di fine anno, molti di quelli con cui l’abbiamo condiviso erano assenti di fatto, ma, come si dice, vicini sempre. Non faccio elenchi altrimenti mi cola il rimmel.
E adesso basta che siamo nel 2008.
oh, finalmente ti si rilegge anche qui :-)
(auguri e in bocca al lupo per tutto, anche agli altri compari della casa editrice)
Il “tea” non viene mai servito alle 17, caso mai alle 5 p.m.,e neanche in quel caso…dato che vuoi fare lo snob, fallo almeno fino in fondo!!!
eccezione: dato che professarsi snob può diventare oneroso, azzardo fino in fondo la mia professione chissenefreghistica e dichiaro che il tè da :duepunti si prende alle 17, o il diaciassette, o in in sedici invitati più uno a scoppo, o quando e come capita.
postille: ma davverò c’è chi pensa che gli snob abbiano sempre ragione? E chi ha torto non può essere anche arrogante? E, soprattutto: rimettere ordine, dove ordine non c’è, a chi porta giovamento?
Potete anche non rispondere a questi quesiti. Io, non lo farei.
Sei snob, arrogante, molto raramente hai ragione e soprattutto smetti di fumare certe piantine, che poi dai risposte a caso!
Comunque, ben tornato.