Per l’edizione X del Sicilia Queer filmfest avrei voluto un souvenir diverso: e invece non sono riuscito ad andare neanche una volta al Cinema De Seta di Palermo, non ho incontrato amici e sconosciuti per i viali dei Cantieri Culturali alla Zisa, non ho scarabocchiato parolacce sulla scheda del Premio del Pubblico (che regolarmente dimentico di consegnare).
Insomma non ho il mio ricordo da aggiungere a quelli bellissimi degli anni precedenti (una chiacchierata estemporanea su Bourroughs e controllo planetario delle masse con Paul Perciado, mostre interrogative e opere uniche fotografate pochi secondi prima che qualcuno se le ciullasse, Silvia Calderoni con Franko B., le Poison Kittens che scorrazzano in sala mentre La Rappresentante di lista fa da starter al festival, un barattolo d’artista, scatti rubati e scatti incrociati, ecc. ecc.).
Ma un ricordo si fa presto a fabbricarlo. Faccio da solo. Quindi il selfie questa volta me lo disegno. Spero che sia di buon auspicio per gli anni, mesi, giorni a venire, quelli in cui l’orribile spauracchio degli assembramenti illegali torni a cedere il passo alle sale piene, straripanti di nasi liberi puntati tutti nella stessa direzione.
 
Per ora mi basta modificare un ricordo e metterci una pezza.

 


ps. Il festival (Palermo, 15-20 settembre) non ha risentito affatto per la mia assenza, distanziamenti rispettati e pubblico felice di partecipare a questa edizione “speciale” che resterà comunque epocale: lunga vita al Sicilia Queer e X di questi giorni a tutte le sue coloratissime anime (senza virus e restrizioni).

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